Gojo (principi di vita)

Le arti marziali tradizionali giapponesi si contraddistinguono per aver sviluppato una forte componente spirituale, oltre che un valido sistema di difesa derivante direttamente dalle esperienze belliche fatte sul campo di battaglia nel corso dei secoli.

A tal proposito in molti attestati rilasciati dalle scuole classiche di arti marziali si possono trovare riferimenti al Gojo, ovvero una serie di principi Confuciani che invitano, chi vuole ricevere l’attestato (ed in generale ogni essere umano), a vivere in modo degno di un vero uomo.
In origine, questi 5 principi filosofici Confuciani furono promossi nel tentativo di armonizzare una società divisa tra nobili e più poveri e, al giorno d’oggi, la pratica dell’arte marziale ci dà l’opportunità di conoscere questa filosofia di vita e di applicarla prima nel dojo e poi nella vita quotidiana.

Nin / Jin: Benevolenza, Generosità

Questa virtù è sempre riportata in cima alla lista e non a caso. Infatti se non influenzasse le successive condizioni, queste potrebbero portare a delle conseguenze estreme ed indesiderate. In pratica, è un valore essenziale nel dojo e nel rapporto tra Sempai (allievi anziani) e Kohai (giovani allievi): è con benevolenza, o umiltà, che i più esperti mostrano la strada ai meno esperti. Senza questo valore fondamentale, l’insegnante non sarebbe altro che una persona più avanzata a livello tecnico, costantemente impegnata a dimostrare agli altri la sua superiorità.

Gi: Giustizia

Questo valore racchiude in realtà un principio importante: ci obbliga a riflettere sempre prima di prendere una decisione, anche se la decisione è apparentemente sbagliata. Ad esempio, una tecnica che potrebbe essere corretta per un principiante poiché lo aiuta nella sua progressione, potrebbe risultare completamente illogica in una situazione di combattimento. E’ importante includere in questo valore il JIN/NIN, poiché la giustizia può facilmente portare ad estremi opposti e diventare cieca se fondata su leggi inumane: la storia lo ha già dimostrato.

Rei: Cortesia, rispetto

Una delle principali ragioni per cui i rituali hanno una così grande importanza nelle arti marziali giapponesi, è che il governo del tempo cercò di bloccare ogni eccesivo fervore bellicoso della classe dei Bushi: fu introdotto perciò un rigoroso codice di moralità, fedeltà e lealtà, basato sull’assoluto rispetto della gerarchia sociale attraverso i rituali. Oggi un aspetto importante del Reishiki è che l’umiltà e la cura con la quale esso deve essere espresso (inchini, saluti, rispetto della gerarchia all’interno del dojo…), aiutano ad eliminare ogni sentimento di arroganza e vanità da parte delle persone che si avvicinano a questo tipo di arti marziali.

Chi: Conoscenza

In un periodo in cui tendiamo ad ammucchiare conoscenze piuttosto che costruirle, questo valore acquisisce grande importanza. La vera conoscenza consiste nel trovare una connessione tra le cose che formano il tutto, in modo da acquisire una visione globale senza perdere di vista i dettagli.

Shin: Fiducia

Si intende qui più la fiducia che dobbiamo ispirare negli altri piuttosto che la fiducia da acquisire in noi stessi. Più in generale questo valore significa anche di essere puntuale, di mantenere le proprie promesse, di fare ciò che abbiamo detto agli altri che avremmo fatto: in breve, di essere degno della fiducia altrui e di fidarsi degli altri. Ma anche qui la storia ci offre numerosi esempi di fiducia cieca che ha guidato l’uomo ai peggiori estremi. E qui ancora una volta, JIN/NIN è la migliore barriera insieme a GI, REI e CHI.

E’ chiaro come questi cinque valori siano strettamente correlati e come costituiscano un unico insieme che potrebbe essere così interpretato: un’attitudine generale che ci rende esseri umani degni di essere considerati tali.

Traduzione di L. Ricci dalle note tratte dal sito della FEJ (European Jodo Federation).