SMR prova 3

di Pascal Krieger

traduzione di Lorenzo Trainelli

Lo Shinto Muso Ryu Jodo fu fondato circa 400 anni fa, intorno al 1605. Il fondatore, Muso Gonnosuke Katsukichi, era un guerriero che si era addestrato nel Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu fondato da Iizasa Choisai Ienao. Muso ricevette il titolo di menkyo (licenza d’insegnamento) in questa scuola. Si addestrò anche nel Kashima Jikishinkage Ryu fondato da Matsumoto Bizen no Kami. Si tramanda che ricevette i segreti dei principi dell’Ichi no Tachi (“la prima spada”), uno dei pilastri di questa tradizione.

Secondo la leggenda, Muso Gonnosuke si recò ad Edo, l’attuale Tokyo, all’inizio del periodo Keicho (1596-1614). Lì incrociò la spada con molti spadaccini famosi senza mai essere sconfitto. Un giorno tuttavia combattè con Miyamoto Musashi, forse il più famoso guerriero della storia giapponese. Gonnosuke si rese conto di aver trovato la sua sconfitta quando capì di non poter sfuggire alla tecnica jujidome di Musashi. Questo movimento, il segreto della scuola Niten Ichi Ryu di Musashi, consiste nel bloccare l’arma dell’avversario con una parata a forma di croce usando entrambe le spade lunga e corta del samurai (dai-sho, lunga e corta).

Dopo questa sconfitta, Gonnosuke viaggiò attraverso il paese e studiò molti stili diversi di arti marziali, determinato a diventare così forte da battere il jujidome di Musashi. Questa pratica era nota come Musha Shugyo (austerità del guerriero). Dopo parecchi anni arrivò nella provincia di Chikuzen, fermandosi presso l’attuale città di Dazaifu, nella prefettura di Fukuoka, sull’isola di Kyushu. Lì si confinò per 377 giorni nel santuario Kamado sul monte Homan. Una notte ebbe un sogno nel quale un divino messaggero gli apparve sotto forma di un bimbo dicendogli di «Trovare il plesso solare con un bastone rotondo». Ispirato da questo messaggio giunto dal cielo, Gonnosuke escogitò una nuova arma. Si trattava di un semplice bastone più lungo di circa 30 cm rispetto alla spada giapponese tipica. Il bastone di Muso misurava 128 cm (4 shaku, 2 sun, 1 bu) di lunghezza e 26 mm (8 bu) di diametro. Era nato il jo (detto anche tsue).

Un passaggio di kazari (forma di saluto nello Shinto Muso Ryu Jodo).

Gonnosuke elaborò per il suo bastone un insieme di tecniche basandosi sulle sue precedenti esperienze con armi più antiche. Incorporò nello stile i colpi di punta della lancia (yari), le spazzate dell’alabarda (naginata), i colpi di taglio del bastone lungo (bo) e della spada (tachi). Con questa nuova arma e le nuove tecniche era nata l’arte del jojutsu. La leggenda dice che Gonnosuke tornò a confrontarsi nuovamente con Musashi, riuscendone vincitore dopo aver trionfato sul suo jujidome, infliggendo a quel guerriero leggendario l’unica sconfitta della sua carriera.

La crescente reputazione di Muso Gonnosuke attirò l’attenzione dei capi del clan Kuroda di Fukuoka, che gli proposero di istruire i loro guerrieri nel jojutsu. Negli anni che seguirono, Gonnosuke rilasciò delle licenze di insegnamento a oltre dieci di questi guerrieri. Costoro, ed i loro successori, trasmisero la tradizione all’interno dei territori del clan Kuroda, conservando gelosamente l’arte del jojutsu come una tradizione segreta ed esclusiva del clan.

Dopo la Restaurazione Meiji, nel 1872, fu concesso il permesso di insegnare il jojutsu al di fuori del dominio del clan. Nei primi anni del 1900 Uchida Ryogoro e forse un’altra persona di Fukuoka insegnavano l’arte a Tokyo.

Nella sede di Fukuoka, Shiraishi Hanjiro Shigeaki, designato 24° gran maestro dell’arte, continuava a insegnare il jojutsu fino alla sua morte, il 1 Marzo 1927. Dopo di ciò, il jojutsu fu insegnato dai suoi allievi di rango più elevato: Takayama Kiroku, Shimizu Takaji e Otofuji Ichizo.

Shimizu si recò a Tokyo nel 1927 ed iniziò ad insegnare Jojutsu al Dojo Toyama: da qui si spostava per seguire i suoi altri corsi presso la Polizia Metropolitana che nel 1933 include il jo nel proprio equipaggiamento.

Quando la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale portò al veto su tutte le arti marziali, il jojutsu seguì il destino di tutte le altre arti, scomparendo per un certo periodo, per poi rivivere gradualmente più tardi. Le dimostrazioni pubbliche cominciarono intorno al 1955 anno in cui nacque la Federazione Nazionale Giapponese di Jodo. All’epoca Shimizu fu riconosciuto quale 25° Gran Maestro della Scuola.

Shimizu Sensei morì nel 1978 senza lasciare un successore. Da quel momento molti dei suoi studenti stanno portando avanti lo studio e la pratica del Jodo.